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"... Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n´è andato Dio? :- gridò - ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini![...] Dio è morto. Dio resta morto. E noi l´abbiamo ucciso. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni? ..."

(Nietzsche, La Gaia Scienza, Sezione 125)
 

 
Presentazione di Roberto Zuccalà

L´uomo, per Pietrino Di Sebastiano, è prima di tutto una questione esistenziale, che lo vede confrontarsi giorno dopo giorno con un contenuto vivo con cui lui instaura una vera e propria relazione di pensiero.
Le immagine della mostra "Dio è morto" rappresentano un particolare spazio intimo, incontri mentali, riflessioni in cui l´autore ha voluto ritrovare, nonostante tutto, la matrice poetica che fa da collante a tutto il suo lavoro.
Guardando la raccolta riconosciamo, immagine dopo immagine, un incrociarsi di brandelli di città diverse, frazioni di Roma, Praga, Vienna e altre ancora, a significare un tutto, in ogni luogo? insomma ovunque.
Al centro di ogni sua realizzazione c´è sempre l´uomo, sì, ma quale uomo? L´uomo raccontato da Di Sebastiano è l´ultimo uomo, è l´uomo dimenticato?è il clochard. Questo insolito protagonista, il vagabondo, il barbone, il senza tetto, fa emergere e rivela una ricchezza straordinaria d´impressioni provate dall´autore, sentimenti mescolati ad una non dichiarata ammirazione per questi funamboli della vita, per questi acrobati dell´esistenza, sempre in bilico tra l´essere e il non essere, tra l´esistere o l´essere invisibili.
I clochard di Pietrino, nonostante le apparenze, proprio perché soggetti di fotografie, tornano ad essere persone con una propria identità e non degli oggetti astratti. Per loro non esiste il concetto di tempo, di spazio o di luogo, tutto è senza limiti, senza confini, ogni cosa è qualcosa di mutevole, una relazione con la vita che rimane nonostante tutto aperta e sempre in divenire.
Dietro ai clochard, nelle immagini di Pietrino, uno spazio circolare che assorbe il tempo, un luogo indefinito e indefinibile, creato con scaglie di oggetti e di città per dire che tutto questo accade qui e ovunque.
 
Agghiacciante il breve testo che Di Sebastiano ha scelto come antefatto alla propria mostra:
 
"Dio è morto. Dio resta morto. E noi l´abbiamo ucciso."
 
Queste parole sono la prima parte di un celebre aforisma di Friedrich Nietzsche contenuto nella sua opera -La gaia scienza-. L´aforisma sintetizza ermeticamente il declino dell´uomo occidentale, il fallimento del suo pensiero nell´ultimo squarcio di millennio. Dio, infatti, non è più per l´uomo fonte di alcun codice morale o teleologico.
Una mostra forte questa di Pietrino Di Sebastiano, una mostra dura e difficile da seguire, una mostra dotta per chi ama non solo la fotografia, ma anche il pensiero, una mostra che rivela un´amara sensazione nichilista della nostra società.



God is Dead - Book


 
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